Le origini

Ida e la scintilla che ci ha portati fin qui



Era il 1979 quando Ida Borletti fondò il CAF.
Sì, allora si chiamava semplicemente CAF, cioè “Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla Famiglia in crisi”, e non vi era il timore di essere confusi con il Centro di Assistenza Fiscale.

La Signora Borletti, ispirandosi a modelli statunitensi, creò a Milano il primo Centro italiano specificatamente dedicato al recupero terapeutico del bambino maltrattato e, al tempo stesso, della famiglia maltrattante.

E per farlo, chiese l’appoggio del Comune e l’approvazione del Tribunale per i Minorenni presieduto dall’illuminato Adolfo Beria di Argentine. Raccolse attorno a questa neonata realtà di cura e sostegno, il consenso e l’impegno di persone di altissima professionalità, particolarmente sensibili al problema: lo stesso Beria, ma anche importanti professionisti del settore, docenti universitari, giudici, notai, professionisti, medici.

Lo pensò come un Centro di “pronto soccorso”, di intervento immediato a disposizione dei minori in difficoltà che necessitassero di un ricovero temporaneo e urgente. Il pensiero che guidò la sua progettualità e che tutt’ora guida e ispira gli operatori dell’Associazione, fu che un bambino che ha subito abusi e maltrattamenti oggi, ha ottime probabilità di diventare un adulto violento domani.
Il dispositivo che Ida stava progettando doveva, dunque, essere in grado di scardinare questa perversa consecutio, creando una frattura netta e irreversibile tra il passato e il futuro di questi cuccioli maltrattati.

L’impostazione iniziale fu precisa, poiché guidata dallo studio dell’esperienza statunitense di ChildHelp USA, una realtà californiana molto conosciuta e ben strutturata, dedita alla cura dei bambini gravemente trascurati e vittime di abuso sessuale e maltrattamento.

Tutte le persone che Ida Borletti riuscì a coinvolgere nella gestione del Progetto CAF vennero formate per un anno intero, sperimentando tecniche rivoluzionarie, mai utilizzate prima in Italia. Questo fece sì che il Centro si dotasse da subito di un modello operativo estremamente avanzato e formalizzato.
L’ispirazione originale e originaria di questa impresa pionieristica fu quella di non limitarsi ad accogliere ed assistere i bambini vittime di maltrattamento, ma di curarli.

Dopo una prima fase in cui tutte le persone coinvolte nelle attività dell’Associazione erano volontari, Ida comprese che l’attività oggetto della mission del CAF richiedeva un livello di competenza, professionalità e continuità di prestazione che non sempre il volontariato era in grado di offrire. Dunque, per garantire i livelli di servizio richiesti, il lavoro dei volontari si affiancò ben presto a quello di un buon numero di professionisti stipendiati, e così è ancor oggi dopo oltre 40 anni.

Il sentiero che Ida Borletti tracciò era dunque molto ben definito e lungimirante. Nel 1990 il suo CAF diventò a tutti gli effetti l’Associazione CAF, ente con Personalità Giuridica, riconosciuto per Decreto del Presidente della Regione Lombardia. Dal 14 marzo 1999 assunse la forma fiscale di ONLUS – Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale

Oggi l’Associazione CAF è un’organizzazione del privato sociale che impiega circa 100 professionisti e ha offerto accoglienza e cure specialistiche ad oltre 1000 minori in difficoltà e ad altrettante famiglie in crisi.

Loading...